San Benedetto Belbo fu per Fenoglio allo stesso tempo paese amato e luogo di ispirazione feconda.
Per la molteplicità delle opere ambientate nei suoi angoli più caratteristici, si può considerare il punto focale del suo universo letterario privilegiato: le Langhe. Da qui parte e da qui ritorna Agostino il protagonista del romanzo La Malora, qui sono ambientati alcuni dei racconti di Langa più intensi e significativi come Un giorno di fuoco, Superino, Pioggia e la Sposa, Il gorgo, L’affare dell’anima, Il signor podestà, La novella dell’apprendista esattore oltre che al racconto a sfondo resistenziale Nella valle di San Benedetto.
San Benedetto fu anche un riferimento importante anche per l’uomo Fenoglio, lungo tutto l’arco della sua breve vita. Già dalla sua infanzia veniva a trascorrere le vacanze estive, ospite di parenti paterni. In quell’esperienza giovanile, con la scoperta dei modi di vivere della Langa più autentica e l’incanto per il suo paesaggio, si fissarono le coordinate a cui aderì la sua integra e assoluta vocazione di scrittore.
Tra i paesani a più stretto contatto con lo scrittore vi fu senz’altro Placido Canonica, personaggio arguto, affabulatore di racconti ed aneddoti di vita di Langa, gestore della Censa o privativa e dell’osteria presso cui Fenoglio fu ospite fisso, tanto che ne fece un protagonista costante dei racconti sanbenedettesi, cosicché le mura a lui legate della Censa sono uno degli angoli in cui è custodito il vero spirito della Langa fenogliana.
La Censa ( licenza di vendita dei prodotti del monopolio di stato) è il classico negozio di paese che disponeva di tutto, dagli alimentari alle stoviglie, dalla merceria alla ferramenta, dotato anche del forno per la cottura del pane nel retrobottega.
Data la sua importanza letteraria la Censa di Placido è oggetto di un importante progetto di ristrutturazione e di riqualificazione da parte del Comune di San Benedetto Belbo che intende eleggere questo luogo a testimonianza dello scrittore e della cultura di Langa.
Evocativo è altresì lo spazio antistante alla Censa, con la panca di pietra sovrastata dai due maestosi ippocastani, sotto i quali lo scrittore amava sedersi in contemplazione del Passo della Bossola, in attesa dell’ora del passaggio della corriera di Alba, madama la corriera di Alba, momento che scandiva la vita del paese.